lunedì 29 settembre 2014

Che cosa mi aiuta a trovare un nome? Il saccheggio dei dizionari (e casi al limite)

Chi si occupa di creare nomi per nuovi prodotti, marche o aziende sa bene che le sorgenti di ispirazione  - più banalmente gli scrigni dove potrebbe celarsi il nome che si sta cercando - sono molteplici. Anche una vecchia enciclopedia de "I Quindici" potrebbe rivelarsi un prezioso alleato che nasconde il nome che cerchiamo, così come un dizionario di sanscrito, oppure un romanzo in danese, oppure l'enciclopedia di astronomia. Sono alcuni fra i tanti possibili alleati che possono funzionare all'occorenza meglio di una ricerca su Google. I dizionari delle lingue ad esempio sono da tempo saccheggiati dai cercatori di nomi e ci sono casi limite come quello ben noto illustrato dalla foto sopra: due lingue, il tedesco e lo spagnolo, una anglosassone l'altra latina, sono accostate per creare l'identità nominale del prodotto. Questo esempio mi è utile perché mostra quale duttilità contraddistingua la nostra materia del brand naming.

lunedì 22 settembre 2014

Origine del nome Caterpillar (e CAT)

Quasi tutti abbiamo in mente il marchio CAT che si vede anche nella foto qui accanto, forse il marchio più noto tra i macchinari per il movimento della terra e l'estrazione mineraria. Sgombriamo il terreno da dubbi: CAT, anche se effettivamente lo è, non sta per un'abbreviazione dell'azienda Caterpillar ma è uno dei marchi in portafoglio dell'azienda. L'origine del nome Caterpillar (ennesimo nome di ispirazione animale nel mondo delle macchine) è presto spiegata: nella lingua inglese "caterpillar" significa bruco ed è il nome che venne in mente al fotografo Charles Clements oltre cento anni fa, mentre osservava i primi macchinari all'opera. Un piccolo e interessante post (in inglese) sulla storia delle denominazioni di questa azienda americana si trova qui. Da bruco a gatto, in sostanza, da Caterpillar a Cat.

lunedì 15 settembre 2014

Resistere alla tentazione del naming: Apple Watch (e non iWatch)

Che succede? L'azienda citata in ogni libro di branding e naming oggi non fa più i nomi. D'accordo, non esageriamo, in qualche modo l'azienda continua a dare nomi ai propri prodotti ma è evidente che quando Apple lancia un nuovo prodotto resiste alla tentazione di dargli un nome distintivo. Era stato così con iPhone e iPad, semplici parole descrittive della lingua inglese precedute da una lettera "i" minuscola. Il nuovo nato, l'oggetto dei desideri di queste ultime settimane, non si chiamerà iWatch come qualcuno ha erroneamente pensato e scritto, ma Apple Watch. Questa strategia di naming minimale dell'azienda di Cupertino continua a corrispondere a un'aspirazione molto semplice, ovvero quella di voler scrivere (o riscrivere) le regole in ogni categoria merceologica in cui questo brand posi le mani. Pare comunque che il desiderio fosse continuare con la stringa di nomi inizianti per "i" ma si corresse il rischio di incappare in qualche problema legale, come si legge in questo post del blog del NYT.

lunedì 8 settembre 2014

Alle origini del nome Uber

Da mesi, anche in Europa, si fa un gran parlare di Uber, il servizio che fornisce un trasporto privato in auto e che trova in una app su dispositivi mobile la propria base di erogazione, così da mettere in collegamento autisti e passeggeri. Se ne fa un gran parlare per ovvi motivi, visto lo scompiglio che tale azienda ha creato nel mondo dei tassisti. In Italia se ne sente parlare meno forse, se escludiamo le grandi città come Milano. L'azienda di San Francisco merita comunque attenzione e quella che le riserva un blog del genere è dedicata al nome: semplice, facile, diretto. Il servizio originario lanciato dall'azienda si chiamava UberBlack, dal colore nero delle berline utilizzate per un servizio di trasporto posizionato in fascia alta. Ancora oggi Uber funziona da prefisso nelle denominazioni dei servizi: UberX, UberSUV, UberTAXI, UberLUX. L'azienda originariamente aveva preso il nome di UberCab, poi abbreviato in Uber. Più semplice, internazionale, diretto e persino pronto per eventuali estensioni della gamma dei servizi, in quanto ripulito della particella "cab" che poteva limitarne l'immaginario. In fondo la parola "Uber" potrebbe diventare sinomino di qualsiasi soluzione nuova e magari anche controversa e contestata per muovere le persone. Già "Uber" è diventato verbo, sembrerebbe. In questa pagina, tra le altre cose leggiamo:

- The word Uber has long time been a synonym used in the West to mean BIG or AWESOME. By naming the company this, the founders had a lot to live up to and risked being a company with an ironic name
- ‘Uber’ has now become a verb. “How are you getting home tonight man?” “Oh, I’ll just Uber it – chilled.” THIS IS POWERFUL


E noi? Noi aspettiamo il nuovo Robert De Niro di Uber... 
Questo il sito dell'azienda.

lunedì 1 settembre 2014

Un scopa elettrica sinuosa? Synua di Hoover

Dal pieghevole promozionale: "Synua è dotata di un tubo flessibile estensibile incorporato e di una vasta serie di pratici accessori che permettono di pulire tutte le superfici della casa, fino agli angoli più difficili da raggiungere. Synua assicura massima flessibilità, facilità e immediatezza d’uso, grazie alle sue dotazioni tutte a portata di mano. Finalmente, con la nuova rivoluzionaria scopa di Hoover, la pulizia della casa diventa più semplice ed evita posizioni poco naturali che generalmente si assumono con una scopa elettrica tradizionale." Una "scopa elettrica" sinuosa, sembra questo il segreto dietro questo naming di Hoover che ci pare azzeccato. Esiste la parola in inglese ed è "sinuous". Curioso invece l'espediente, a dire il vero già registrato in altre situazioni, di sostituire la lettera "i" con una "y".