sabato 6 febbraio 2016

Nomi, cognomi e immobilismo

L'altro giorno facendo zapping riflettevo su come sia abbastanza triste e segno di un certo immobilismo il fatto che il programma di divulgazione scientifica più noto sia condotto dal figlio del conduttore del programma di divulgazione scientifica un tempo più noto (ancora a bordo comunque nella redazione del programma). Niente di nuovo: in Italia le aziende e le "cordate" familiari sono una fetta consistente, se non la più grossa. Anche nell'università padri e figlie/i si contano. In politica il fenomeno è forse meno apprezzabile. La prima "coppia" che mi viene in mente, su due piedi, è Bossi padre e figlio, ma non è molto significativa. Chissà a voi quale altra "coppia" politica viene in mente. Tale scarsità del fenomeno in politica, se confermata, forse è riconducibile al fatto che nel nostro paese i politici, che fortunatamente per loro spesso godono di buona salute e vita medio-lunga, si "eternano" e lasciano la propria stirpe godere di rendite di posizione, salvaguardandola paternalisticamente dalle asperrime fatiche della vita politica. L'altro giorno però pensavo che in America dopo Bill potremmo avere Hillary e che già abbiamo avuto padre e figlio presidenti a distanza di pochi anni. E già in passato era successo, molto prima dei Bush. Insomma, guardiamoci pure attorno senza angustiarci troppo per l'Italia, e contiamo i cognomi che ritornano e se c'è qualche conclusione da trarre, proviamo pure a trarla.

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