venerdì 23 novembre 2018

Uno sguardo alle nuove auto 2018 e 2019 e la constatazione di una predilezione per i nomi alfanumerici

INFINITI QX50
Ancora car naming come argomento. Si sa che nominare una macchina è stato spesso il sogno di qualsiasi agenzia specializzata di naming, vuoi per il prestigio, vuoi per i budget messi in campo dalle case automobilistiche per queste operazioni. Eppure, a uno sguardo sorvolante sul panorama delle auto in uscita in questo biennio 2018-2019, a questo link per esempio, viene da trarre una conclusione non confortante per le agenzie di naming: sembra sempre più che le case automobilistiche si arrangino a nominare i nuovi prodotti immessi sul mercato. L'abbondanza di nomi alfanumerici lascia infatti pensare che non si ricorra a strutture specializzate per la fase creativa. Probabilmente si ricorrerà a strutture specializzate per le verifiche legali attorno al nome da adottare, ma verosimilmente la fase creativa è già tutta in un numero o in una serie alfanumerica progressiva e stabilita. Quando questo non succede ci sono poi i lanci di nuove vetture con naming già consolidati (ad esempio la nuova Toyota Corolla, che "discontinuerà", secondo il curioso verbo usato nel sito toyota.it, la denominazione Auris). Al di là delle considerazioni che si possono fare per le casse delle agenzie di naming, qui viene da intraprendere un ragionamento più articolato sul perché ci sia questo ritorno ai naming alfanumerici. Si tratta di una tendenza già insita nella storia del car naming e pare di essere ora in una fase storica in cui questa tendenza torna a galla. Ad un livello generale si può constatare che un naming alfanumerico tende a cementare l'immagine del brand principale, mentre un naming non alfanumerico tende a "personalizzare" maggiormente un singolo prodotto. Voglio dire che se Citroën è ricorsa per una periodo a nomi come C1, C2, C3, C4, come ha fatto Audi, ha inevitabilmente dato una spinta e lustro al brand principale (Citroën), conferendo tuttavia una personalità distinta ai singoli modelli. Si tratta di scelte, spesso anche ondivaghe, che possono seguire sia nuovi corsi di design o ingegneria sia mode. L'unica cosa che ci resta da fare è seguirle e distinguerne gli andamenti.

domenica 11 novembre 2018

I grissini Sgranocchi: il nome è un verbo, ma diventa simile a un sostantivo al plurale

Sono molto buoni questi grissini. Lo so che questa informazione (un parere) c'entra ben poco con l'interesse che muove questo blog, però almeno sapete da dove vengono gli spunti e gli spuntini a volte. Osservando la confezione mi dicevo che "Sgranocchi", il nome del prodotto, è seconda persona singolare indicativo presente del verbo "sgranocchiare". Eppure in questo naming non è fondamentale rilevare questo, bensì contemplare l'effetto plurale che il naming conferisce, come se "Sgranocchi" fosse plurale di "Sgranocchio", in un universo di nomi, quello di molti prodotti del Mulino Bianco, che prevede quasi sempre il naming al plurale. Questo dato ci suggerisce una riflessione: non è importante solo il naming di un dato prodotto in sé, bensì il nome di quel prodotto all'interno dell'universo nominale della marca di cui quel prodotto rappresenta una porzione. Insomma, il naming di questi grissini è un verbo, ma nella confezione poi assomiglia più a un sostantivo inventato. Al plurale.

giovedì 1 novembre 2018

Nidoma e la valutazione e compravendita dei nomi di dominio


Lo sapevate che il dominio baby.it oppure tic.it oppure pausa.it oppure mood.it sono attualmente in vendita? E che audiolibro.it è stato venduto? Per farsi un'idea del prezzo dei domini in vendita potete andare sul sito Nidoma che offre questo genere di servizio e marketplace. Sono cose note: un prodotto, una nuova azienda, un brand dedicato, un sito di ecommerce hanno bisogno per prima cosa di un dominio dove stare e la parola o espressione che forma il dominio è la prima chiave per un buon orientamento, indicizzazione e posizionamento, insomma la buona base di partenza per la vita sul web. È curioso spulciare siti come Nidoma, ci si fa un'idea di quanto può costare una data parola o espressione associata a un .it o un .com o un .org. Poi chiaro che il sogno di tanti è trovare un nome interessante e comprare il nome di dominio per una manciata di euro, ma questo non sempre è possibile.

Come leggiamo nel sito: "Nidoma è la piattaforma che mette al centro le necessità dei domainer e offre soluzioni innovative legate alla registrazione a al domain aftermarket. Siamo esperti nei servizi di registrazione, backorder e brokeraggio domini. Grazie alla grande esperienza del nostro team e alla piattaforma innovativa di Nidoma.com siamo diventati in pochi anni punto di riferimento di domainer professionisti e di chiunque voglia trovare il giusto dominio per il proprio business. Nidoma è un brand di Namecase GmbH, un'azienda fondata nel 2011 con base a Bonn. Nel 2012 Namecase entra nel gruppo Aruba e apre la sua sede italiana a Udine." Ecco, è abbastanza chiaro come un registrar di domini possa nella sua vita avere a che fare tangenzialmente (ma neanche tanto tangezialmente, a ben vedere) con aspetti che riguardano, in ultima istanza, il nostro naming.

E il nome Nidoma stesso? È davvero interessante perché ricorda il nominare e i domini al tempo stesso. Un bel trisillabico chiaro e secco, in grado di posizionare (e tra l'altro, lo stesso naming di Aruba al quale è legato, a suo tempo fece epoca).