sabato 30 aprile 2016
Renault sceglie "Talisman" per il naming della nuova ammiraglia
In un momento propizio, tra dati di vendita del comparto che tornano incoraggianti e diesel-gate vari, Renault presenta la nuova auto-ammiraglia, cioè un'auto che va a competere in sostanza nel segmento E, quello dove solitamente dominano i modelli delle case tedesche. Si tratta di un segmento non tra i più vivaci, ma che comunque presenta una certa rilevanza, non solo in termini di immagine e reputazione. Di questi tempi si muove su questo segmento anche l'altra francese Citroën, che presenta C6. Nel caso di Renault leggiamo nella pagina Wikipedia dedicata a questo modello che "Il nome Talisman è stato ripreso da quello di una concept-car Renault presentata nel 2001 al Salone di Francoforte". Un naming che parte dal lontano quindi. L'alone semantico rimanda a un oggetto con proprietà magiche e soprannaturali. Da notare come ad un livello sonoro sia un nome molto vicino ad un altro nome della losanga (Megane).
lunedì 25 aprile 2016
Risorse: i 10 suggerimenti per il naming di Pennamontata
Ritorno a segnalare alcune risorse utili nell'ambito del naming disponibili in rete. Ha ormai qualche anno, ma questo articolo di Pennamontata conserva intatta una validità di fondo. A dire il vero l'intero sito-blog Pennamontata è costruito in modo assai utili per tutti quelli che si occupano di comunicazione. Per tornare al naming e al decalogo di Valentina Falcinelli e dei suoi collaboratori mi soffermerei in particolar modo su due punti: evitare gli acronimi (una vera e propria piaga, soprattutto nel settore museale, come già ricordato in altri post) e il suggerimento di parlare con chiunque dell'ipotetico nuovo nome. Prima di lanciare un nome nuovo è infatti utili metterlo all'opera, testarlo, saggiarne le prime reazioni, immaginarlo in contesti d'uso reali come una conversazione telefonica o un dialogo qualsiasi.
venerdì 15 aprile 2016
La lavatrice AddWash di Samsung
domenica 10 aprile 2016
Errori di naming nel settore automobilistico
Questo è il post da tirar fuori tutte le volte che si parla di errori di naming, con particolare riferimento al settore automobilistico (car naming). Il car naming, almeno all'epoca d'oro del naming (non che oggi i nomi non siano richiesti, anzi, solo che forse è diventato più difficile farne un business specialistico fiorente per chi offre servizi di naming) credo sia stato il sogno di tutte le agenzie specializzate nel dare i nomi ai prodotti e ai brand. L'auto rappresentava sicuramente il prodotto per il quale le aziende disponevano dei budget di naming più sostanziosi. Ciononostante si poteva miseramente fallire anche a nominare una nuova auto, e non c'è certo da stupirsi, visto che il naming non è una scienza, bensì una pratica che si avvale anche di apporti scientifici e che cerca di "ridurre il rischio" nel caso di una creazione di un nuovo nome. Questo post riassuntivo ci porta dentro un breve elenco, allungabile anche da parte dei lettori se lo desiderano, dove si trovano alcuni clamorosi flop del naming di auto. Ne ricordiamo alcuni, fra l'altro noti a tutti gli esperti, ma sempre "richiestissimi" da chi vuole sorridere per un nome davvero nato male: Mazda LaPuta (qualche problema in spagnolo), Mitsubishi Pajero (e anche qui qualche problema con lo spagnolo), Nissan Moco (sempre in spagnolo i problemi: "caccola"), Chevrolet Nova (e secondo voi cosa potrebbe voler dire in spagnolo, stavolta?), Honda Fitta (dispregiativo norvegese e svedese per una donna) e poi l'arcinoto caso di Fiat Ritmo, che nel Regno Unito rimandava direttamente al ciclo mestruale.
lunedì 4 aprile 2016
Quando Monopoli si è ripreso la Y?
Ero rimasto a Monopoli con la "i" finale. Poi ho notato che anche in Italia il brand è tornato a essere Monopoly, con la "y" alla fine. Ho cercato qualche notizia e visto che questo è successo all'altezza del 2009, quando è terminata la distribuzione da parte di Editrice Giochi per passare alla Hasbro. Questo semplice caso potrebbe servire a introdurre un argomento, ovvero la necessità o meno di tradurre un brand name. Allo stesso tempo rinvia ovviamente alla maggiore semplicità di gestire un brand globale con una sola denominazione, anziché tramite un portafoglio di nomi. Nel caso della traduzione italiana del brand name "Monopoly" in "Monopoli" c'è da notare come si preservò il suono a favore del mantenimento del singolare di "Monopoly". Naturalmente la gestione di un singolo brand name su scala globale semplifica di molto anche la gestione di licenze e "stretching", come nel caso raffigurato nella foto, dove al brand name originario vengono affiancati altri brand (operazione assai comune nel settore dei giocattoli): significa avere strutture nominali uniche e non una diramazione di strutture nominali diverse a seconda dei mercati di sbocco dei prodotti.
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