domenica 8 maggio 2016

Il contesto e la pragmatica fanno la differenza nel naming (ad esempio Contrasto)

"Contrasto" potrebbe essere uno di quei nomi che semanticamente si tenderebbe a scartare, quantomeno in una "normale" sessione creativa di naming, per il semplice fatto che evocare un contrasto a partire da un nome potrebbe non essere una mossa azzeccata. Eppure il naming, che non è scienza esatta ma una pratica che si avvale di apporti teorico-scientifici da più discipline, ci mostra come la pragmatica e il contesto comunicativo facciano la differenza e ci soccorrano, spesso nella disambiguazione. Trattandosi di un nome notissimo con profonde radici nella fotografia, "Contrasto" vive benissimo il suo dato di realtà, rimandando a uno dei parametri fondamentali di regolazione in fotografia. Si tratta solo di un esempio, tra tantissimi altri possibili. Serve e mi serve a sdrammatizzare il piglio eccessivamente normativo che a volte il naming sembra prendere e a puntare il dito sulla pragmatica, talvolta ingiustamente dimenticata nel nucleo ibrido di discipline che concorrono nelle riflessioni teoriche sul naming. 

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