lunedì 1 agosto 2011

Numeri primi Mondadori, l'umbrella branding e il naming di collana

Parliamo di naming nell'editoria (verrà il momento in cui si vincerà ogni timore reverenziale e si parlerà di editori come brand, si discuteranno le strategie di posizionamento, di creazione di "mondi possibili" e corporate identity dei vari Adelphi, Einaudi, Isbn, Minimum Fax e delle varie collane). In un contesto dove l'edizione tascabile arriva sempre prima (si veda anche questo articolo del NYT che descrive la sitazione negli Stati Uniti), iniziamo a vedere delle iniziative particolari anche in Italia. Si tratta di collane speciali, con naming speciali, dove vengono raggruppati dei libri precedentemente usciti in edizione hardcover o comunque all'interno di altre collane. In queste collane speciali, titoli fortunati vengono riproposti all'interno di un nuovo brand di collana che fa da "umbrella", con qualche accorgimento di revisione grafica e con una nuova strategia promozionale.

Il primo caso che analizziamo è Numeri primi, la collana di Mondadori il cui progetto è stato curato da uno dei principali player nel settore della brand consultancy, Robilant e Associati. Un naming sulla scia del successo editoriale per antonomasia degli ultimi anni, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, capace di comunicare la forza commerciale (e di classifica) dei titoli che rientrano dentro questa collezione. Logo a lettura verticale nero con cerchio rosso in alto a destra.


Il libro di Paolo Giordano ha avuto nelle strategie (o presunte tali) degli editori un effetto dirompente. Al di là di aver contribuito al naming di questa collana, che si presenta come naming adeguato al posizionamento, il best-seller di Giordano ha involontariamente dato vita a una miriade di copertine simili. Un giro in libreria e ve ne accorgerete. Ma questa è un'altra storia. L'aspetto interessante dei nostri "Numeri primi" è che a meno di un anno dal lancio i titoli di maggiore successo di Mondadori, Einaudi, Sperling o Piemme vengono inglobati dentro una collana ibrida, tra le novità e i tascabili. Con questo progetto paiono emergere due aspetti: 1) i mutamenti all'interno del "ciclo di vita" del prodotto "libro di successo" (si veda anche il link del NYT sopra); 2) una nuova segmentazione all'interno dei tascabili, un'economica di lusso (o un lusso accessibile). Mi sembra questa un'operazione interessante, da seguire con attenzione, assieme alla Biblioteca degli Editoria Associati di Tascabili (BEAT il suo nome) della quale magari parlerò tra qualche post.

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