Scoperto il velo su Flyknit, la scarpa che sarà il biglietto da visita di Nike alle prossime Olimpiadi di Londra. Sembrano lontani gli anni delle foto che inchiodavano Nike nello sfruttamento minorile, un terremoto reale e pure teorico che portò tanti a ripensare la posizione delle marche globali, in una cornice che alcuni provano oggi a sintetizzare con l'espressione di "marca come attore socialmente responsabile" (e le marche sono degli attori sociali a tutti gli effetti, resta da capire quanto responsabili). Oggi Nike ha un(a) manager, Hannah Jones, che si occupa "soltanto" di sostenibilità e il suo obbiettivo pare essere quello di arrivare a produrre col minor scarto e minor consumo di risorse naturali e, va da sé, con la minor produzione di anidride carbonica. Obbiettivi che, se veramente perseguiti, farebbero la gioia di tutti, compresa quella dei direttori finanziari delle aziende. Ai posteri l'ardua sentenza.
Il prodotto Flyknit ha comunque dei motivi di interesse, visto che nasce da un unico lungo filo intrecciato, secondo un principio costruttivo e di design che, a detta della casa produttrice, consente di ridurre al minimo gli sprechi e di alleggerire di molto la scarpa. Il nome riassume in sé proprio questi due aspetti: leggerezza (Fly-; "Fly" richiama "Air", altro nome storico della casa) data da un filo cucito "a maglia" (-knit). Ho qualche dubbio sulla pronuncia di questo nome, sulla sua scorrevolezza. Certo è che quel richiamo aperto a "-knit" nel nome di un prodotto così importante (tutte le aziende sportive globali utilizzano le Olimpiadi estive come massima vetrina per le innovazioni, i costumi nuovi dei nuotatori ne sono un vistoso esempio) sembra quasi voler fare i conti con il passato ingombrante di Nike, con quelle foto che riprendevano i bambini proprio nell'atto della cucitura. Forse non è esagerato sottolineare che a volte certe scelte di naming diventano quasi delle tracce dello storico delle aziende, dei segnali per seguirne la psicologia. Avete mai pensato che il nome pUNtO ha al suo interno UNO, quasi Fiat volesse inseguire con la nuova utilitaria il grande successo e la fortuna di Uno?
quello sulla Punto non c'entra un cazzo. E' una pippa tua
RispondiEliminaPuò darsi, come no. Se l'ho scritto è perché mi è capito di parlarne con persone più informate di me (e forse di te). Saluti. Alberto
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