sabato 7 luglio 2012
Chinò. Quando naming, copy strategy e logo giocano di squadra
Estate. Periodo di consumo di varie bevande, non solo di acqua. Ogni tanto ha senso riprendere in mano nomi storici e consolidati, valutarne la tenuta, valutare cosa si può costruire attorno a un nome di prodotto. Allora penso a Chinò San Pellegrino. Il nome è chiaramente ricavato dal nome comune della bevanda chinotto. La troncatura e l'accento danno vita a un nome che, qualche tempo fa, è stato oggetto di una brillante copy strategy, sintetizzata dal pay off "Bevi fuori dal coro". Chiaro a tutti che un pay-off simile trovi conforto e supporto nel nome del prodotto stesso, che si potrebbe leggere anche "Chi no", come a sottolineare che c'è chi beve altre bibite dissetanti di colore scuro. Il logo stesso, con la lettera N specchiata rimarca questo anticonformismo (edonismo?) dei bevitori del chinotto Chinò, la contrapposizione, la forza del "no". La brillante strategia di "posizionamento in opposizione" è poi evidenziata ulteriormente dal colore bianco della parola "fuori" nel pay-off. Riassumendo: c'è chi dice no, c'è chi beve fuori dal coro e si disseta con una bevanda scura dal nome comune "chinotto" e dal nome proprio "Chinò". Credo questo sia un esempio completo di come naming, pay-off, copy strategy e immagine visiva possano concorrere a costruire un posizionamento davvero distintivo nel panorama delle bibite. E poi il chinotto è anche buono...
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Bono il chinotto!!!
RispondiEliminaNon ho mai amato particolarmente il chinotto ma ho sempre apprezzato la campagna Chi No - hai proprio ragione su come sia stata davvero ben costruita!
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