In più occasioni mi è capitato di parlare del naming di istituzioni culturali, argomento di attualità quando si pensa a un nuovo museo-brand, tanto per far un esempio. Si tratta di un argomento che dovrebbe stare a cuore ai manager della cultura nostrani, i quali si sono spesi spesso in nomi orripilanti. Il buon esempio che vorrei citare viene dall'Olanda. Si tratta della "biblioteca ispirazionale" DOK, il cui logo è riproposto qui a fianco. Gli acronimi non sono il massimo e sono pure sfortunatamente di moda. DOK tuttavia è un acronimo indovinato, per brevità, memorabilità, immediatezza. Sta per Discotheek, Openbare Bibliotheek e Kunstcentrum. Il nome presenta poi un evidente rimando a "dock", alla banchina/molo. Come dire... un nome che nasce con le idee chiare, con una semplicità che funzionerà da guida per qualsiasi tipo di iniziativa intrapresa all'interno delle coordinate di Discotheek, Openbare Bibliotheek e Kunstcentrum. Per chi volesse approfondire, qui il sito, anche in inglese. Un ottimo esempio di branding in ambito culturale. Per noi italiani, ossessionati dalla cultural heritage, un ottimo esempio a cui guardare.
(E buon anno a tutti i lettori del blog!)
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