martedì 23 aprile 2013
Air One, quando il nome si regge su un equilibrio tra due lingue
Il naming di una compagnia aerea è una cosa seria. Ogni naming è una cosa seria, ma nel campo dell'aviazione civile meglio se un nome possiede caratteristiche di internazionalità, facilità di pronuncia, brevità, capacità di rassicurazione. Il caso di Air One è assai singolare. Gioca apertamente, in ottica me-too, con tanti altri naming dati da AIR+qualcosa (ad esempio Air Dolomiti, Air France o Air Berlin), e affiancandoci la parola ONE dà vita a un nucleo di due parole inglesi che unite formano la parola italiana AIRONE, uccello che diventa poi emblema (perfetto, calzante) della compagnia aerea. Resta un valido esempio di come si possa innovare nel solco della tradizione, anche nel campo del naming, e uscire con un nome che ha rimandi ed evocazioni coerenti con il mondo dei servizi offerti dalla compagnia.
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Una semplice annotazione: secondo me uno dei più azzeccati nomi per una compagnia, per i motivi che hai sottolineato tu e, se posso aggiungerne uno, perché si slega da un'ottica territoriale, per quanto ampia (nazionale o continentale; più senso ha quella regionale, che caratterizza il servizio puntuale e preciso per un ambito circoscritto, per esempio come i paesi divisi (o uniti?) dalle Dolomiti).
RispondiEliminaCerto, per una compagnia con lunga storia o con un orgoglio di compagnia di bandiera, forse è ancora una buona idea parlare delle proprie origini nazionali, ma non più per tutte le altre, che dovrebbero guardare al mondo che vogliono collegare.
Preciso, perché anche tu parlavi di internazionalità, tuttavia spesso questa è stata percepita, almeno per i clienti esteri, dal riferimento alle origini nazionali (Alitalia, British AirWays, ecc.). Questo, nel mio commento, finisce, però, nel calderone delle compagnie con storia o di bandiera (caratteristiche spesso sovrapponibili).
RispondiEliminaCiao