venerdì 9 agosto 2013
Quando il nome è abbreviato. Due esempi con marche di scarpe
Quando si dice che il nome dovrebbe essere breve... Mi è capitato di pensare a questa esortazione-regola, assai frequente in ambito naming, soprattutto con riferimento all'estetica e alla cosmesi di un prodotto. Prendete ad esempio le scarpe per bambini, anche quelle per i bambini molto piccoli. E prendiamo due marche come Naturino o Balocchi. Entrambe abbreviano sulla scarpa con delle sigle, NTR nel caso di Naturino e BLC nel caso di Balocchi. Avrete presente che lo spazio per scrivere qualcosa sulla tomaia non è molto, a maggior ragione se si vuole mantenere una certa leggibilità e ancor più se parliamo di una scarpa a superficie ridotta (o bucata) come un sandalo. Metteteci inoltre la tendenza a riportare lettere in grande misura (la M di Merrell o la N di New Balance) ed ecco che il gioco (l'abbreviazione) è fatto. Chissà se queste scelte, nel lungo periodo, possono portare ad una sorta di rebranding. Nel settore in cui opero, ad esempio, si abbrevia comunemente Rollerblade (di solito nome che costituisce l'esempio principe del fenomeno di lessicalizzazione del nome di marca) in RB, e la stessa Reebok si è vista talvolta abbreviata in RBK. Quando l'abbreviazione di un nome finisce sul prodotto, in alcuni casi, forse, è già l'inizio di qualcosa di diverso da una semplice operazione di styling del prodotto.
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