Ci sono sicuramente altre priorità ben più pressanti per il nostro governo, tuttavia penso che male non farebbe se si preoccupasse tre minuti in più prima di dare un nome a una nuova tassa (quello di nominare le tasse è un esercizio noto a chi amministra e la storia è piena di nomi di tasse e gabelle). Si capiscono e si accettano ormai diffusamente gli acronimi, che sono svelti e pratici da affibiare, quasi asettici, con quel loro suono "molto tecnico". Ma talvolta gli acronimi posso assumere dei significati, anche antipatici, e quello del "tax naming" è un esercizio del tutto particolare, con il quale si deve dare un nome ad un prodotto potenzialmente antipatico, anche se in fondo - e qui non parta la sassaiola - non era poi così matto chi parlava della "bellezza" delle tasse (si aprirebbe però una parentesi lunghissima e fuori tema).
Con il recente nome dato alla "TAssa sui Servizi Indivisibili", "Tasi", il governo sembra averla fatta un po' grossa. Per il contribuente veneto che parla dialetto "tasi" significa semplicemente "taci", imperativo che nel parlato è spesso associato proprio al verbo "pagare": "paga e tasi", ovvero "paga e taci", espressione spesso associata al pagare le tasse. Questo naming dimostra forse che, nonostante il petto in fuori di tanti politici veneti, leghisti e non, il peso che sanno far valere nelle scelte anche minime è sempre minore. Questa regione, per molti regno dell'evasione ma al contempo serbatoio fiscale importante, soprattutto al livello delle aziende, dimostra ancora una volta di farsi poco rispettare, anche in questo che è stato definito "valzer" o "scioglilingua" dei nuovi nomi delle tasse. D'accordo, si parla di un nome di una tassa, non è la fine del mondo. Ma sembra quasi la spia di un sistema geoculturale locale che non sa farsi ascoltare a livello nazionale (figuriamoci a livelli ancor più ampi). Immagino già l'ironia che questo nuovo nome solleverà. Chissà perché poi è passato questo acronimo. Nessuno ha detto semplicemente "No, guardate, meglio cambiare nome a questa tassa!", oppure "No, Tasi no, non funziona, in Veneto men che meno". O forse questo che appare come un piccolo errore di "tax naming" trova la sua spiegazione in alcuni versi del poeta Andrea Zanzotto: "Pace per voi e per me / buona gente senza più dialetto...".
Esilarante. In genere, vuoi per esiti sul portafoglii, vuoi per una (casuale, ma innegabile) cacofonia, i nomi di imposte e tributi oscillano tra il fastidioso ed il ridicolo. In questo caso, principe, è evidente che tra i varii consulenti ministeriali, manca un esperto come te.
RispondiEliminaPeraltro Tasi è drammaticamente vicino a Stasi, altro ambito (Germania Est, controllo, regime del terrore) ma uguali sgradevoli associazioni
RispondiEliminaLinda