lunedì 3 marzo 2014

Holiday Inn è un naming restrittivo?

Più di qualcuno, via mail o nelle interviste che mi è capitato di rilasciare sul tema del naming, mi chiede di fare continuamente esempi. Mi pare che la piega che hanno preso i post settimanali, brevi e concreti, stia andando proprio in questa direzione degli esempi. Non mi sembra in sostanza di fare post teorici. Ritengo opportuno comunque assecondare queste richieste e proporre (continuare a proporre) degli esempi. Stavolta prendiamo come esempio la catena di hotel e resorts Holiday Inn. Secondo voi quale limite presenta un nome del genere? Facile rispondere. La parola "holiday" sembra far pendere il posizionamento verso una clientela turistica e lasciare meno spazio alla folta e costante, durante tutto l'anno, clientela "business". La risposta è quindi la seguente: se oggi dovessimo lanciare una catena che serva tanto una clientela turistica che una business probabilmente non consiglieremmo l'adozione di un nome come Holiday Inn. Tuttavia, come ho sempre sostenuto in ogni post: don't panic (o meglio, certi nomi sono proprio "da panico", ma non è certo il caso della nostra catena alberghiera). Il nome è un asset abbastanza flessibile, si può gestire insomma, e la nostra "locanda delle vacanze" non mi pare abbia alcun tipo di problema oggi a rivolgersi serenamente anche alla clientela che compera i suoi servizi per affari e non per turismo. Tuttavia, sotto una certa luce, possiamo concludere che tale nome potrebbe finire dentro la lista degli esempi di naming che creano un posizionamento "restrittivo", come il pluricitato caso del detersivo "Perlana", che ugualmente ha risolto con un'attenta strategia i problemi del posizionamento restrittivo.

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