martedì 18 agosto 2015

Alphabet ovvero la nuova holding di Google (se BMW permette)

Lo si è letto nei giornali attorno a Ferragosto: Big G lancia la denominazione Alphabet, la nuova holding che conterrà i vari brand del colosso, pronta a sostituire Google Inc. nel listino di Wall Street. L'operazione è da inquadrare anche nella volontà di lasciare il brand originario "Google" vivere nel proprio mondo e avere quindi un nuovo naming "separato" per la società quotata e contenente il ventaglio di brand dell'azienda californiana (YouTube, Android ecc.). Il lancio della denominazione è accompagnato da una serie di comunicazioni sui nuovi assetti societari e sulle nuove cariche. Tutto bene e logico finché non irrompe BMW nella scena, proprietaria del brand Alphabet nonché del dominio alphabet.com (società che si occupa di soluzioni di mobilità, leasing e car sharing), la quale sostiene chiaramente che la nuova denominazione non s'ha da fare. L'esempio è interessante da più punti di vista: 1) la volontà di Google di introdurre una denominazione "separata" e meno in vista per il grande pubblico che quotidianamente usa Google; 2) il brand "Alphabet" in sé, che richiama le lettere, la digitazione, le possibilità combinatorie; 3) il fatto che Google non si sia posta il problema della denominazione già in portafoglio di BMW prima del lancio e questo - diciamocela tutta - pare davvero strano. Ci si chiede insomma se questa sia la più normale delle sviste del naming (che come vedete può capitare anche ai cosiddetti numeri uno) o se sia una scelta di proposito, quasi una provocazione. Vedremo e sicuramente leggeremo ancora.

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