domenica 8 gennaio 2012

Kodak, un nome storico verso il Chapter 11







E dopo Polaroid, anche Kodak non sta benissimo. Sembra davvero un ciclone quello che si abbatte su alcune aziende e brand "gloriosi" che hanno fatto epoca, tanto da passare nell'immaginario collettivo: un "Kodak moment" è un momento particolare della vita, da ricordare. Così nel linguaggio popolare. Le notizie di questi giorni parlano di Chapter 11, con una bancarotta-fallimento più probabile di una riorganizzazione.


Ma un brand name come Kodak può morire? Non credo, qualcuno penserà a salvarlo dal naufragio, è troppo importante, iconico e noto per andare a picco con l'azienda che nomina. La Eastman Kodak Company fu fondata nel 1892 da George Eastman. Il nome Kodak (un semplice giro sulla pagina di Wikipedia ve lo confermerà) è un nome eccezionale e anticipatore per l'epoca. Quando la maggior parte dei capitani d'industria optava per il proprio cognome, non era affatto scontato che un imprenditore scegliesse per la propria azienda un nome che fosse facile da pronunciare in tutto il mondo, inattaccabile da mispelling, con quella "K" ("it seems a strong, incisive sort of letter") che rappresentava la lettera favorita da Eastman. Il nome nacque da un anagramma portato a termine con la madre. Un nome corto, facile da pronunciare, privo di grattacapi in termini di deposito di marchi e soprattutto non riconducibile a nient'altro che a Kodak. Ce n'è abbastanza per intitolare un premio annuale sul naming a George Eastman! Con un secolo d'anticipo Eastman aveva dato il via ai cosiddetti "nomi coniati", come Yaris, Avensis, Swiffer, Opodo ecc. Nomi di "pura fonetica", che possono far scattare delle associazioni, ma il cui significato non è preconfezionato e pronto all'uso e si contraddistingue invece come significato che nasce proprio dall'uso.

3 commenti:

  1. Forse Kodak non morirà, ma non vedo moltissimi appiglii per una sua sopravvivenza ai livelli che hanno contraddistinto il nome per oltre un secolo. Kodak è legato ad un immaginario molto materiale dell'immagine...ciò è stato il suo punto di forza ("carta Kodak!"), forse sarà il suo futuro, nel senso che qualcuno salverà il nome per sfruttarne il residuo potenziale ancora attivo (il calore di un ammasso di lava ormai staccato dal vulcano che l'ha prodotto) e poi finirà nel novero dei marchii detenuti e parcheggiati...Chi lo sa! Il dubbio può starci...

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  2. Il problema commerciale di Kodak è stato che - a differenza di Fujifilm o Fuji che dir si voglia - quando il suo core business ha cominciato a vacillare lei non ha pensato di differenziare. Certo, pare brutto che chi ha fatto la storia della pellicola e della fotografia debba magari mettersi a produrre e vendere tutt'altro, ma se ben ci si pensa i marchi del Sole Levante non sono per esempio così monolitici in quando a settore e prodotto: Yamaha fa dai pianoforti alle moto e anche altro, solo per citarne una.
    Al di là del discorso commerciale, resta il rammarico di vedere a rischio di scomparsa un marchio storico che insieme ad altri rappresenta ancora oggi una pietra miliare rispetto a discorsi di naming e brand (restando nello stesso settore un altro bel marchio è questo e il commento del suo autore è eloquente rispetto alla qualità dei progetti che si sviluppavano al tempo http://giam.typepad.com/the_branding_of_polaroid_/2010/05/this-is-product-identity.html)

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  3. http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-01-19/licona-foto-capolinea-kodak-093934.shtml?uuid=AaxCUxfE

    Un aggiornamento...
    Ufficialmente l'idea sembra la ristrutturazione.

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