Difficile non intererrogarsi sul naming di un progetto così ambizioso. Marchiori afferma che ha pensato all'unione delle parole "volo" e "luna" e l'esperienza di "viaggio nel tempo" ("Quantum Leap", come la serie televisiva) che questo nuovo motore vorrebbe convogliare (sarà anche infatti possibile capire chi ha fatto simili ricerche in passato, ovviamente nel delicato rispetto della privacy).
Quando si cerca di lanciare un nome che ambisce a diventare megabrand globale su web è fondamentale preoccuparsi subito della disponibilità del dominio. Anche la pronuncia dovrebbe essere tenuta in considerazione (anche se Google e la sua pronuncia "locale" sembra essere la prova contraria di questo assunto). Il naming di un progetto così ambizioso dovrebbe quasi aspirare ad essere una "scatola" vuota di significati precostituiti, dal suono evocativo e pronunciabile, con il minor numero di associazioni negative: un naming pronto ad raccogliere l'eventuale successo del prodotto che decreterà, osmoticamente, anche il successo del nome.
Riguardo le potenzialità, le prime impressioni che si leggono in giro non sono eccitate. Certo siamo quasi tutti "googleizzati" ed è difficile immaginarci un approdo differente. Da un punto di vista di comunicazione e corporate identity mi permetto di notare una certa staticità e scarsa innovazione del lettering del logo, la non abbacinante originalità della faccina sorridente e, da ultimo, quella bocca-freccia che richiama un po' troppo il logo di Amazon.
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