mercoledì 22 febbraio 2012

Emma, Arisa e Noemi: brutta cosa il cognome!


Solo un pensiero rapido sui nomi del podio, tutto femminile, di Sanremo 2012. L'avrete notato, è sufficiente leggere un titolo o un occhiello relativo alla recente edizione del Festival per rendersi conto che furoreggia il nome stand alone, detto anche nome d'arte. Ricercato, come il caso di Noemi o Arisa, oppure assai di moda come Emma (non so se vale ad un livello allargato anche in altre parti d'Italia ma qui dove abito, fino a qualche anno fa, c'è stato un revival pazzesco di questo nome). La formula normale nome+cognome sembra davvero sepolta, lasciata perlopiù agli uomini, banale. Banali loro, forse. Volete mettere? Dici Emma, dici Arisa, dici Noemi e dici solo quella lì: un brand name che funziona meglio di un'abbinata nome e cognome. E magari pensi (dovresti pensare!) a degli occhiali o all'assenza di questi. Certo, Mogol ha insegnato qualcosa. E tanti altri prima e dopo di lui. Il band naming (senza "r") è stato un brand naming ante litteram. Ho semplicemente trovato curioso che il podio di quest'anno fosse interemente occupato da nomi singoli. Si sa, per un artista il nome è importante... se poi si chiama Vinicio (grande Capossela!) non possiamo che ascoltare curiosi qualsiasi novità.

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