sabato 8 settembre 2012

Dada, quel naming così semplice e memorabile avvolto dal mistero

No, non parlo dell'importante società di servizi operativa in ambito web. Naming e arte vanno a braccetto. Già ho sostenuto qualcosa di simile e parlando del Dada non si può che ribadire questo concetto. Il movimento Dada, nato nella seconda metà degli anni Dieci in Svizzera, quando altrove imperversava la Prima guerra mondiale, tornò molte volte sull'atto di nascita di quella parola. Ancor oggi non si sa di chi sia la paternità. Hugo Ball? Tristan Tzara? Eppure quella scelta, quella parolina semplicissima, bisillabica, data dalla ripetizione di una delle primissime sillabe pronunciate dai bambini, era destinata a fare molta strada. Sappiamo la rilevanza del movimento Dada, il suo incancellabile apporto nella storia dell'arte (pur partendo da posizioni apertamente anti-artistiche). Qui ci soffermiamo naturalmente sul naming per ribadire un concetto molto semplice, cioè che una coscienza dell'importanza del nome è pervasiva in moltissimi ambiti e non è soltanto requisito dei nostri nomi di marca, prodotto o azienda. Può sembrare banale affermarlo e ripeterlo. Ma a volte può sfuggire come questa coscienza dell'importanza del naming fosse in realtà già radicata in altri ambiti, diversi da quelle delle marche commerciali. Il problema del brand o product naming si pone relativamente tardi, sicuramente più tardi, ad esempio, di questa parolina semplicissima che rimanda al cavallo a dondolo. Due sillabe, facilità di pronuncia, assenza di connotazioni negative, una "semplicità di spirito" pronta ad accogliere un intero movimento artistico: che ci avessero pensato i dadaisti quando optarono per Dada? Se ci fosse una gara per il naming più facile da ricordare, forse il nome Dada la vincerebbe...

1 commento:

  1. Giorgio Riondatosabato, 13 ottobre, 2012

    Dada è tutto e niente.
    Mi vien da trovare facilmente la risposta che ci riconsegna un lavoro superlativo sulla genesi del nome. Cos'è meglio di un nome così semplice da memorizzare e così difficile da sondare che deve ripetere parte di se stesso, quasi affannandosi nel ritrovarsi, ma ripresentandoci tutta la polpa e la vacuità che si voleva esprimere?
    Son sato un poco Dada nel dire molto e nel non dire alcunché?

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