sabato 3 novembre 2012

Papageno, la rivista che col nome e col logo dice cibo, vino e Mozart

Tanti anni fa lavoravo in un'agenzia pubblicitaria. In quel frangente, tra i vari progetti, si stava lanciando una rivista di "saperi e sapori tra Adige e Danubio". Il concetto era circa questo: raccontare attraverso una rivista bilingue (italiano e tedesco), ineccepibile dal punto di vista grafico e fotografico e vestita dalla mano di bravi illustratori, i luoghi, i cibi e le bevande di quei luoghi che comunemente vanno sotto la denominazione di Alpe-Adria. Arrivai in agenzia a naming già compiuto. Mi fu spiegato sia il naming sia il logo. Li reputo ancor oggi esempi interessanti nel loro gioco combinato. "Papageno" è un personaggio dell'opera mozartiana Die Zauberflöte. Quasi mai, sinora, abbiamo parlato di letteratura, arte e musica come serbatoi per determinate operazioni di naming, eppure sono questi capitoli da conoscere, sviscerare e studiare. Qui abbiamo un esempio limpido di un naming "fornito" dalla storia della musica. Ciò che è doppiamente interessante in questa operazione di naming è la "sinergia" che si è creata (e che sempre si dovrebbe creare) tra naming e brand identity. Il logo della rivista, per il quale si è optato per un'elegante font con grazie, presenta la G ribassata al centro, al di sopra della quale è posta la silhouette dell'uccellatore Papageno. Ciò che tale accorgimento consente è la separazione del nome in due parti, da un lato PAPA e dall'altro ENO: ecco allora cibo e vino, due vettori importanti della linea editoriale e dei contenuti della rivista che ha ospitato, tra gli altri, contributi di Hans Kitzmüller, Predrag Matvejevic, Paolo Maurensig, Giorgio Pressburger e Mario Rigoni Stern.

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