Bookworm, l'iconica e ironica libreria di Kartell
Kartell è senza dubbio una delle aziende più iconiche della storia del nostro design. Il matrimonio felice tra quest'azienda di Noviglio e la plastica è stato celebrato anche da un altrettanto iconico volume edito da Taschen e intitolato Kartell. The Culture of Plastics. Difficile che non vi sia mai capitato di sedervi su una spolveratissima sedia Kartell. Tuttavia non è di sedie che vi voglio parlare ma della libreria "a metro" che potete vedere anche qui accanto. Questo scaffale serpeggiante, che sotto certi aspetti contraddice (per poi però esaltarla nel principio della vendita a metro) la serialità del design industriale, è opera del 1997 del designer israeliano Ron Arad. L'originalità non è tutta nel concetto, ma anche nel naming. "Bookworm" rimanda al verme dei libri (una strategia di naming simile si ravvisa nel social network librario Anobii che va a prestito dal latino, Anobium punctatum, il "tarlo della carta"). Eppure questo nome è doppio, come un Giano bifronte. Da un lato, ironicamente, guarda al verme-tarlo dei libri e dall'altro lato, in modo più diretto, rinvia alla forma sinuosa dello "scaffale curvo", quasi una contraddizione nei termini, qualcosa di inimmaginabile senza l'utilizzo creativo della plastica. Si può spesso cogliere dell'ironia nel naming dei pezzi storici del design italiano e credo che questo dato sia un elemento positivo. (Per capire a quali sedie mi riferivo, il sito Kartell è qui.) E il nome di quest'azienda da dove deriva? L'origine pare incerta, forse da rintracciare in un gioco di lettere coi cognomi dei fondatori, Castelli e Rastelli.
Troppo belli i prodotti di questa azienda italiana... davvero. Lisa
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