sabato 23 marzo 2013

LaFerrari, nome semplice e complesso ad un tempo per la nuova Ferrari

Non credo sia facile trovare il nome per una nuova Ferrari che prende il posto della Ferrari Enzo. Anzi, credo sia maledettamente complicato scegliere un nome che sintetizzi il lavoro che sta alla base della progettazione e della realizzazione di un'auto del genere, prodotta in 499 esemplari. Complicato perché suppongo che ogni volta ci si scontri con una storia e con la cosiddetta heritage di un brand stratosferico, conosciuto in tutto il mondo, forse uno dei brand più noti in assoluto, un brand che ho sentito pronunciare quasi bene persino da persone cinesi, nonostante le tre "r" che ha al suo interno! Per scegliere un nome in casa Ferrari credo insomma serva una buona dose di pazienza e di consapevolezza della lunga, delicata storia che il cavallino ha alle spalle. I paletti per le operazioni di naming diventano quindi più grandi, anche se non è detto che non si possano aggirare con la creatività. Si sa che un nome "sbagliato" farebbe discutere, il nuovo nome non può permettersi di scontentare, deve essere giustificabile e giustificato. Probabilmente un nome in casa Ferrari non potrà mai essere provocatorio o esagerato, bensì calibrato all'interno di un cosmo (e quindi un universo ordinato) che ha regole ferree, non solo ingegneristiche ma pure cromatiche (rosso, nero, giallo ma anche bianco e verde). Queste mie convinzioni sulla difficoltà delle operazioni di naming nel caso dei brand più blasonati hanno trovato conferma in una battuta di Montezemolo dedicata proprio agli ultimi nomi scelti dalla casa di Maranello e raccolta in un'intervista apparsa su Omniauto:

"Ho voluto scegliere personalmente tutti i nomi: F50 era importante perché era la prima macchina della mia gestione dopo la F40 e volevo dare un segnale di continuità. La Enzo era la vettura più innovativa del momento e l’ho voluta dedicare al nostro fondatore, ricordando anche il ciclo di successi nel mondiale di F.1 nei primi anni del 2000. E dopo aver chiamato una vettura Enzo, era difficile dare un nome alla successiva: siccome non potevamo chiamarla Dio, allora ho scelto il nome LaFerrari, perché volevamo dare la sensazione di eccellenza: non è una Ferrari, ma LaFerrari, la summa di tutto quello che è la nostra azienda. Ed è l’antesignana di ciò che nei prossimi anni cinque o dieci anni trasferiremo sulle nostre vetture del futuro".

In retorica il nome LaFerrari potrebbe essere definito tautologia: ripete, ribadisce qualcosa di già noto senza aggiungere nulla. Questo almeno in apparenza. Eppure LaFerrari è un nome che innova, inserendo l'articolo determinativo davanti al brand "Ferrari" e generando una parola nuova così vicina al brand name d'origine. Una parola-nome vicina eppure non sovrapponibile. Quest'operazione dà origine ad una serie importante di apparati comunicativi, come il logo e il nome di dominio del sito dedicato al lancio mondiale, che è appunto laferrari.com. Cosa imparare da questo? Mai fidarsi delle apparenze: anche un nome apparentemente semplice, che sembra quasi rinunciatario, in realtà è il risultato di approfondite riflessioni sul naming, tanto più se il nome da salvaguardare è Ferrari.

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