giovedì 2 gennaio 2014

Marche, nomi e... biocapitalismo. Una vecchia intervista a Vanni Codeluppi

Una traccia jolly delle maestre delle elementari iniziava circa così: "Frugando in un vecchio cassonetto hai trovato hai trovato...". Il mio "vecchio cassonetto" è un disco esterno da 500 gigabyte e ogni tanto, quando voglio pescare qualche contenuto per i blog senza fare troppa fatica, vado in cerca lì dentro. Ormai sto raschiando il fondo di questo disco, ma ancora riesco a trovare qualcosa. Ripesco questi "vecchi contenuti" per risparmiare tempo, per variare il passo altrimenti mi annoio e perché non tutti soffrono il passaggio del tempo. Prendo ad esempio questa interivista che feci al sociologo dei consumi Vanni Codeluppi per la rivista "Che Libri" nel momento dell'uscita del suo saggio Il bio-capitalismo. Verso lo sfruttamento integrale di corpi, cervelli ed emozioni (Bollati Boringhieri, 2008). I temi introdotti dal saggio e la stessa parola-neologismo "bio-capitalismo" mi appaiano ancora degni di attenzione. Potete leggere l'intera intervista nelle due pagine di pdf a questo link del sito di Bollati Boringhieri. Anche se non si parla di nomi, si parla di marche. Nella visione di Codeluppi, le marche - con i loro nomi - sono tra i principali strumenti impiegati dal bio-capitasmo. Si tratta di un saggio molto interessante. Se vi è sfuggito ve lo consiglio. Naturalmente Codeluppi hai in mente le marche-globali, non tanto le marche di minor respiro di cui parliamo spesso anche qui, quelle delle dimensioni di Disney e McDonald, per riprendere un sottotitolo di un altro suo libro. E i tutto questo cosa rappresentano i nostri nomi? Incomincio a pensarci...

(Un augurio di buon 2014 a tutti i lettori del blog.)

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