lunedì 4 luglio 2011

Google+ o Google Plus. Sul naming del nuovo social di Mountain View

Appena nato e già sotto i riflettori. Google+ è il nuovo servizio di social networking del motore di ricerca padrone del mercato. Banalizzando, ma neanche tanto, è lo strumento con cui Google tenta di sferrare il proprio attacco al social network per antonomasia, Facebook. Google è un continuo laboratorio e le varie applicazioni che offre possono essere studiate anche per il naming (Chrome il browser, Picasa il servizio di archiviazione di immagini, Gmail la posta, Goggles - che assonanza! - l'applicazione nata per Android che consente di ottenere informazioni su un landmark, un libro, un prodotto semplicemente scattando una fotografia, una copertina o un barcode).

Il caso di Google+ è curioso perché qui il colosso sembra optare per un naming ridotto ai minimi termini, talmente sintetico che potrebbe persino generare qualche confusione: come parleremo di questo strumento? Quanti già scrivono Google Plus in lettere per esteso? Qualcuno in Italia lo chiamerà Google Più? Chi lo interpreterà inizialmente come un upgrade del motore di ricerca?

Sono periodi di grande fermento. Facebook annuncia una contromossa in questi giorni. Il quartetto dell'innovazione (Amazon, Apple, Facebook e Google) sta decisamente contribuendo a ridisegnare il web. Se è vero che dal naming si può evincere e intravedere spesso una strategia, è fin troppo chiaro che su Google+, dopo il non esaltante tentativo costituito da Google Buzz, Google sta puntando davvero molto. Sta puntanto talmente tanto in Google+ (o Plus?) che l'identità visiva del nuovo social network coincide con quella del motore di ricerca stesso, con la semplice aggiunta di un simbolo "+" di un grigio assai neutro. Come a dire: questa volta sul social networking mi gioco la faccia. Vedremo cosa accadrà, certo non sarà facile inserirsi in un contesto dove Facebook è davvero un cliente scomodissimo.

Ancora non sappiamo se, a lungo termine, questa operazione di naming si rivelerà vincente. I dubbi potrebbero nascere dal fatto che Google utilizza il proprio brand name (globalmente noto per la capacità di organizzazione e strutturazione della conoscenza a livello planetario) per attaccare il mercato del social networking (banalizzando, anche qui, per fare brand stretching) nel quale non è ancora riconosciuto e dove incontrerà Facebook, un gigante che, come anticipato, non starà certo a guardare. Se ci limitiamo ad analizzare questa operazione di naming sembra che Google stia davvero apprestandosi a cambiare pelle e ad entrare in una nuova fase della sua storia.

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